Una collezione straordinaria - quella di Mauro Pieluigi - nata tra le stradine del centro storico di Praga, da un'occhiata ad una vetrina di antikvariát, fra coloratissimi presepi di carta, cartine e dépliant turistici, ma anche biglietti della lotteria nazionale o splendide litografie acquarellate. Una rassegna delle opere di uno dei più grandi e prolifici creatori di libri pop-up del mondo, raccolte nel catalogo della prima mostra italiana a lui dedicata, (Genova 2011).  

“Mio padre, Vojtěch Kubašta, era un uomo meraviglioso.

Anche se è morto molti anni fa non passa giorno che non pensi a lui.

Quando mi è stato chiesto dagli organizzatori di questa mostra di scrivere alcuni ricordi su mio padre sono stata davvero felice dal momento che tanti sono i ricordi che ho condiviso con lui. Per aiutarvi meglio a comprendere l’uomo che esiste dietro la sua arte ho combinato i miei ricordi con le immagini che meglio esemplificano le sue innumerevoli qualità.

Molti di voi potrebbero non essere consapevoli del fatto che mio padre spesso inseriva coloro che erano più vicini a lui nelle sue opere e illustrazioni. Le immagini che seguono forniscono uno scorcio di vita familiare di casa Kubašta.

Per mio padre la famiglia era tutto. Mi confidò che i suoi ricordi più preziosi erano quelli di quando era circondato da coloro che amava. Lui stesso era un figlio devoto, fratello, zio, marito, padre e nonno. Ricordava con grande affetto la sua infanzia e spesso affermava il suo amore per i genitori e per la sorella. Suo padre credeva nella necessità di un’istruzione completa per cui la famiglia Kubašta ebbe modo di poter viaggiare all’estero; in questo senso tipico era il soggiorno estivo annuale sull’Adriatico.

Il giovane Vojtí, come era spesso chiamato a casa, aspirava a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Praga ma il padre disapprovava anche se i genitori di Vojtěch erano compiaciuti della sua inclinazione artistica. Il padre invece voleva che il figlio studiasse legge. Vojtěch non aveva assolutamente alcun desiderio o predisposizione per un tale genere di studi. Pertanto Vojtí scelse di studiare architettura e fu proprio un bravo studente.

Alcuni docenti presso il Politecnico ceco di Praga erano già affermati artisti e in particolare due ebbero una grande influenza sul suo sviluppo artistico: Oldřich Blažíček, un pittore di paesaggi, e Oldřich Homoláč, specializzato in acquarello.

Ogni momento libero Kubašta lo dedicava agli schizzi, al disegno e alla pittura. Quando riuscì a fare carriera, egli non avrebbe potuto essere più felice. Mi ricordo che un giorno mi disse: “Dagmar, io sono l’uomo più fortunato sulla terra. Faccio quello che amo e sono pagato per farlo.”

Mio padre aveva un grande senso dell’umorismo e lo trovava spesso nella vita di tutti i giorni. La nostra vita familiare lo ha ispirato per catturare e includere immagini di famiglia nelle sue illustrazioni. Sfogliando molti suoi libri, mi stupisco di quanto spesso vedo volti familiari che mi guardano dalle pagine, fra i quali la mia bisnonna, mio nonno, la zia, mia madre, mia sorella e me stessa. Ho trovato anche il viso di mio padre in alcune sue illustrazioni. Mentre ammiro la sua arte attraverso le sue illustrazioni, sento un che di nostalgia e di divertimento. È come passeggiare attraverso la mia infanzia, ma anche la sua vita. Mi vedo quando bambina appendevo il cappellino nel corridoio del nostro appartamento. Vedo la nostra cucina e nel suo lavoro trovo anche la mia prima bambola.

Mio padre è morto molti anni fa. Tuttavia, quando ho aperto le pagine della sua produzione artistica, sono tornata indietro nel tempo. Riesco a sentire la sua voce e la sua risata. Mio padre mi parla ancora attraverso le sue illustrazioni.

Questa è magia.” (dall'introduzione di Dagmar Vrkljan-Kubastova)

Testi di Adelmo Taddei, Francesco Langella, Maurizio Loi, Mauro Pierluigi, Dagmar Vrkljan-Kubastova.

Con illustrazioni a colori.